DINTORNI
suggerimenti per escursioni nella Tuscia
Tarquinia

DISTANZA: 43 Km
TEMPO DI ARRIVO: 45 min

Tarquinia è un comune italiano della provincia di Viterbo; dista dal capoluogo circa 45 chilometri.

Tarquinia si trova a 132 m d'altitudine su un colle dominante da sinistra il basso corso del fiume Marta, presso la Via Aurelia, nella Maremma laziale.

Nel territorio comunale scorrono anche il torrente Arrone, che segna il confine con il territorio di Montalto di Castro, ed il fiume Mignone.

La città di Tarquinia (Tarquinii in latino e Tarch(u)na in etrusco, derivante da quello del mitico Tarconte fu uno dei più antichi ed importanti insediamenti della dodecapoli etrusca In rapporto con Roma fin da epoca molto antica, diede a questa città la dinastia dei re Etruschi (Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo) che svolse un ruolo di primaria importanza nella storia della città latina (fine del VII e VI secolo a.C.).

Tarquinia entrò più volte in guerra con Roma e da questa fu infine sottomessa dopo la battaglia di Sentino, nel 295 a.C. Da allora Tarquinia fece parte dei territori romani nella regio VII Etruria. Sul suo litorale si sviluppò la colonia marittima di Gravisca, che fino alla fondazione di Centumcellae (oggi Civitavecchia) da parte dell'imperatore Traiano nel II secolo dopo Cristo, rappresentò il principale porto dell'Etruria meridionale, abbandonato in seguito alle scorrerie dei pirati saraceni in epoca altomedievale.

Nel V secolo passò sotto il regno romano-gotico di Teodorico. Nella prima metà del VI secolo si trovò coinvolta nella guerra gotica e nella seconda metà del secolo entrò a far parte del longobardo ducato di Tuscia. Nella seconda metà dell'VIII secolo la Tuscia fu prima acquisita ai domini carolingi e poi donata al pontefice come parte del neo-costituito Stato della Chiesa.

Probabilmente già a partire dal VI secolo si ebbe l'iniziale graduale spopolamento dell'abitato etrusco-romano, che andò accentuandosi in età medievale, per poi completarsi nel tardo medioevo, quando la città antica si era ridotta a poco più di un castello fortificato. Le cause vanno rintracciate nelle devastazioni compiute dagli invasori germanici prima e nelle incursioni dei Saraceni poi, che oltre a decimare la popolazione causarono una progressiva involuzione economica del territorio.

Nel periodo precedente la seconda guerra mondiale divenne sede della scuola di paracadutismo. Fu inoltre interessata da un massiccio programma di bonifiche da parte del regime fascista, seguito dalla riforma agraria del 1950: i due provvedimenti contribuirono al rilancio del settore agricolo ed a un effimero sviluppo industriale collegato, attirando un'ingente immigrazione interna soprattutto dalle Marche.


MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESSE

L'antico centro etrusco e romano sorgeva sull'altura detta "La Civita", alle spalle del "colle dei Monterozzi" dove sorge l'abitato odierno e dove si trova la necropoli antica (necropoli dei Monterozzi).


ARCHITETTURE RELIGIOSE
  • Duomo di Tarquinia

  • Santa Maria in Castello (1121-1207), in cui si notano influssi lombardi e cosmateschi

  • Santissima Annunziata, dove si notano influssi arabi e bizantini

  • Chiesa di San Giuseppe (Statua del Cristo Risorto)

  • Chiesa del Suffragio, esempio di edificio barocco

  • Chiesa di San Pancrazio (sconsacrata), dove forme gotiche si innestano su quelle romaniche

  • Chiesa di San Martino, probabilmente la più antica della città

  • Chiesa del Salvatore (adiacente alla precedente)

  • Chiesa di Santa Maria di Valverde. La chiesa, la cui prima attestazione ufficiale della sua esistenza risale al XIV, fu elevata a Santuario Diocesiano l'8 dicembre 1984 dall'allora Vescovo Girolamo Grillo, custodisce l'icona della Santa Patrona di Tarquinia, Santa Maria di Valverde. La custodia della chiesa è affidata agli ordinati dell'associazione "devoti Madonna di Valverde". L'8 maggio di ogni anno l'icona viene portata a spalla dai facchini appartenenti l'associazione, per le vie della città etrusca.


ARCHITETTURE CIVILI
  • Mura medievali: la città attuale conserva, soprattutto nei quartieri settentrionali, uno spiccato carattere medievale, accentuato dalle numerose torri dalle mura e da parecchie chiese

  • Compongono il più caratteristico scenario medievale della città i resti del palazzo dei Priori e di alcune torri

  • Il grandioso palazzo Vitelleschi, iniziato nel 1436 e completato in eleganti forme rinascimentali verso il 1480-1490, è sede del Museo nazionale tarquiniese


SITI ARCHEOLOGICI

Città etrusca
Le testimonianze più antiche di abitato sul colle de "La Civita" risalgono a un grande centro proto-urbano del periodo villanoviano (IX-VIII secolo a.C.) che grazie alle ricerche topografiche si è potuto calcolare attorno ai 150 ettari di estensione; non sono numerosi i resti dell'abitato, di cui sono visibili in particolare gli imponenti avanzi di un tempio, oggi detto Ara della Regina (44 × 25 m), datato intorno al IV- III secolo a.C.; l'edificio, con unica cella e colonnato, era costruito in tufo con sovrastrutture in legno e decorazioni fittili. è identificabile il tracciato della cinta urbana, adattato all'altura per un percorso di 8 km circa (IV - V secolo a.C.).

Necropoli
Un elemento di eccezionale interesse archeologico è costituito dalle vaste necropoli, in particolare la necropoli dei Monterozzi, che racchiudono un gran numero di tombe a tumulo con camere scavate nella roccia, nelle quali è conservata una straordinaria serie di dipinti, che rappresentano il più cospicuo nucleo pittorico a noi giunto di arte etrusca e al tempo stesso il più ampio documento di tutta la pittura antica prima dell'età imperiale romana. Le camere funerarie, modellate sugli interni delle abitazioni, presentano le pareti decorate a fresco su un leggero strato di intonaco, con scene di carattere magico-religioso raffiguranti banchetti funebri, danzatori, suonatori di aulós, giocoleria, paesaggi, in cui è impresso un movimento animato e armonioso, ritratto con colori intensi e vivaci. Dopo il V secolo a.C. figure di demoni e divinità si affiancano agli episodi di commiato, nell'accentuarsi del mostruoso e del patetico.

Tra i sepolcri più interessanti si annoverano le tombe che vengono denominate del Guerriero, della Caccia e della Pesca, delle Leonesse, degli Auguri, dei Giocolieri, dei Leopardi, dei Festoni, del Barone,dell'Orco e degli Scudi. Parte dei dipinti, staccati da alcune tombe allo scopo di preservarli (tomba delle Bighe, del Triclinio, del Letto Funebre e della Nave), sono custoditi nel Museo nazionale Tarquiniense; altri sono visibili direttamente sulla parete su cui furono realizzati, restituendoci la conoscenza della scomparsa pittura greca, cui sono legati da vincoli di affinità e dipendenza.

Di minor livello artistico appare la scultura in pietra, presente in rilievi su lastre o nella figura del defunto giacente sul sarcofago; notevole tra gli altri il sarcofago calcareo della tomba dei Partunu, opera di pregevole fattura, databile a età ellenistica; tra le decorazioni fittili, un frammento ad alto rilievo, proveniente dal frontone dell'Ara della Regina, è conservato nel Museo nazionale tarquiniense, ove è raccolta tra l'altro un'importante serie di reperticeramici, bronzi laminati, rilievi e terrecotte provenienti dalla zona, databili dal periodo geometrico al tardo-etrusco.

Fonte: Wikipedia

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