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Bomarzo - Parco dei Mostri

DISTANZA: 40 Km
TEMPO DI ARRIVO: 40 min

Il Parco dei Mostri, denominato anche Sacro Bosco o Villa delle Meraviglie di Bomarzo, in provincia di Viterbo, è un complesso monumentale italiano. Si tratta di un parco naturale ornato da numerose sculture in basalto risalenti al XVI secolo e ritraenti animali mitologici, divinità e mostri.

L'architetto e antiquario Pirro Ligorio su commissione del principe Pier Francesco Orsini (detto Vicino Orsini) progettò e sovraintese alla realizzazione, nel 1547, del parco, elevando a sistema, nelle figure mitologiche ivi rappresentate, il genere del grotesque. Alcuni studiosi, erroneamente, facevano risalire la "regia" a Michelangelo Buonarroti (E. Guidoni), mentre altri, in particolare per il Tempio citavano il nome di Jacopo Barozzi da Vignola. La realizzazione delle opere scultoree fu probabilmente affidata a Simone Moschino. L'Orsini chiamò il parco Sacro Bosco e lo dedicò a sua moglie, Giulia Farnese (non l'omonima concubina del papa Alessandro VI). Vi sono anche architetture impossibili, come la casa inclinata, o alcune statue enigmatiche che rappresentano forse le tappe di un itinerario di matrice alchemica. Salvador Dalí ha parlato del Parco dei Mostri come di un'invenzione storica unica.

Iscrizioni sui monumenti stupiscono e confondono il visitatore. Forse questa era l'intenzione del principe:

Voi che pel mondo gite errando vaghi di veder meraviglie alte et stupende venite qua, dove son facce horrende, elefanti, leoni, orchi et draghi.

Ci sono anche implicazioni morali:

Animus quiescendo fit prudentior ergo.

O forse il complesso fu fatto semplicemente "per arte" in un doppio senso della parola:

Tu ch'entri qua pon mente parte a parte et dimmi poi se tante maraviglie sien fatte per inganno o pur per arte.

Scienziati storici e filologi hanno fatto parecchi tentativi di spiegare il labirinto di simboli, e hanno trovato temi antichi e motivi della letteratura rinascimentale, per esempio del Canzoniere di Francesco Petrarca, dell'Orlando furioso di Ludovico Ariosto e dei poemi Amadigi e Floridante di Bernardo Tasso (in quest'ultimo compare ad esempio un dragone d'acciaio con una stanza all'interno, e dalla cui bocca uscivano amazzoni a cavallo). Sono rimasti, però, talmente tanti misteri che uno schema interpretativo universale, alla fine, forse non potrebbe essere trovato; su un pilastro, però, compare la possibile iscrizione-chiave "Sol per sfogare il core". John Shearman, che cita più volte il parco nel suo Mannerism, parla di "incredibili, piacevoli e soprattutto manifeste finzioni - prodotti d'evasione artistica e letteraria". Nel 1585, dopo la morte dell'ultimo principe Orsini, il parco fu abbandonato e nella seconda metà del Novecento fu restaurato dalla coppia Giancarlo e Tina Severi Bettini, i quali sono sepolti nel tempietto interno al parco, che forse è anche il sepolcro di Giulia Farnese.


Il Tempio

Tra le curiosità del Parco, vi è il cosiddetto "Tempio", il quale non faceva parte delle meraviglie del luogo, ma fu costruito venti anni dopo in onore della seconda moglie dell'Orsini, una principessa Farnese. La famiglia Bettini che ha restaurato il complesso l'ha dedicato alla memoria di Tina Severi Bettini, deceduta anche a causa di una contusione durante i lavori di ripristino del parco.

Mentre l'interno non è accessibile, all'esterno del tempio sono visibili i segni zodiacali. Questi non sono in ordine secondo lo zodiaco (Ariete, Toro, Gemelli, etc), ma si trovano disposti secondo il sistema solare. L'abside corrisponde infatti al mese di Luglio e del segno del Leone, governato dal Sole.

Poi troviamo il segno del Cancro (con la Luna). Successivamente troviamo gli altri pianeti: Mercurio (che ha domicilio sia in Gemelli che in Vergine), Venere (domiciliata in Toro e Bilancia), Marte (Ariete e Scorpione), Giove (Pesci e Sagittario), Saturno (Aquario e Capricorno). Si può dedurre quindi che chi realizzò questa disposizione aveva cognizioni di astrologia e di astronomia. Tra l'altro la costruzione del Parco delle Meraviglie era iniziata qualche anno dopo la pubblicazione del De revolutionibus orbium coelestium di Niccolò Copernico, dove l'astronomo polacco esponeva la sua tesi della teoria eliocentrica.

In seguito alla morte del proprietario, tuttavia, il luogo rimase completamente abbandonato per molti secoli; solo nel secondo dopoguerra il parco fu rilevato dalla famiglia Bettini, che lo bonificò e gli diede un nuovo assetto allo scopo di renderlo fruibile al pubblico.

Fonte: Wikipedia

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